Il fabbisogno di cassa nei primi sei mesi ha raggiunto i 95 miliardi, 52 in più del corrispondente periodo del 2022. E ci stiamo indebitando a tassi che sonoben superiori a quelli della crescita economica dell’Italia. Per fortuna la seconda e la terza rata del Pnrr verranno a dar manforte con 35 miliardi. Ma così non va... E dobbiamo esserne consapevoli
Questo articolo comincia e finisce con un appello. E non solo al governo che dovrà aggiornare in settembre il Def, il Documento di economia e finanza, e soprattutto, scrivere la prossima manovra di Bilancio. Ma anche alle opposizioni che potrebbero trovare un’inattesa e responsabile convergenza sulla disciplina di Bilancio. Dunque: fate i conti, fateli bene, ma soprattutto facciamoli tutti insieme. Non lasciamo passare l’estate. La vacanza dei vincoli di bilancio è finita da un pezzo.
La «perdita di gettito», di cui parla Mazzotta, non andrebbe assolutamente sottovalutata. E l’allarme è stato lanciato anche dall’ultimo rapporto del Fondo monetario sull’Italia. Per fortuna ci sono le rate del Piano nazionale di ripresa e resilienza . La terza rata sarà pagata con solo una piccola decurtazione: non più 21 miliardi ma 19. La quarta vale altri 16 miliardi anch’essi in arrivo quest’anno, portando il totale a una cifra imponente: 35 miliardi.
Non crediamo a questo modo di leggerlo, ma certamente il dato trasmette un forte allarme per quanto riguarda l’andamento dei conti pubblici. I principali fattori di questo risultato – minori profitti della Banca d’Italia, l’effetto dell’inflazione sulle pensioni indicizzate, il nuovo sostegno concesso alle famiglie con i figli a carico — sono destinati a perdurare.
La questione è fra le più strategiche. Le regole fiscali si applicano a tutti, ma non possiamo ignorare che l’unico Paese che desta preoccupazione dal punto di vista degli equilibri di bilancio è l’Italia. La sua condizione sarà quindi tenuta presente e il nostro Paese avrà tanta più voce in capitolo nel negoziato, che parte a settembre, quanto più il suo bilancio apparirà solido e le suddette incertezze saranno dissipate.
Le nuove regole fiscali risponderanno all’interesse dell’Italia se soddisferanno pochi requisiti-chiave. Incoraggiare una prudente ma chiara e continua riduzione del debito pubblico nel tempo, in modo volontario se possibile, cogente se necessario. Lasciare spazio per investimenti pubblici di riconosciuta priorità e ritorno economico e sociale, possibilmente escludendoli dagli aggregati di riferimento o altrimenti prevedendo deroghe sotto controllo europeo.
Infine adotta, poco comprensibilmente, per il controllo del debito nel lungo termine, un aggregato di riferimento espresso in termini di spesa pubblica primaria .
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