Venezia apre con il film su Salvatore Todaro, comandante disobbediente del sommergibile che nel 1940 salvò i naufraghi di un mercantile nemico
Alla domanda se avesse chiesto aiuto ai familiari di Salvatore per dettagli e aspetti particolari sull’immedesimazione,. Ma il fatto che la figlia gli abbia detto che non aveva mai sentito la voce di suo padre, lo ha fatto molto emozionare. Invece la nipote del, Jasmine, ha preso la parola raccontando di come il film rappresenti una grande felicità, per lei e per la madre.
Avrei dovuto avere paura di fare un mafioso, un anarchico, un politico. Tanto c’è chi vedrà il suo Buscetta, il suo Craxi, il suo Todaro».Se l’eroe sullo schermo è un super italiano, tanto vale chiedere cosa significa essere italiani oggi. Per De Angelis vuol dire estendere il messaggio di Todaro: «Significa portare 2000 anni di civiltà sulle spalle, accogliere ma non respingere. Arricchirsi nella diversità.
Quando chiesero a Salvatore perché fece quel salvataggio, lui rispose ‘Perché sono/siamo italiano/i’. È per me questo vuol dire oggi».Todaro aveva acquisito uno spiccato accento veneto. Favino lo replica come da suo consueta abilità con gli accenti . «Siamo stati aiutati da Mariella Verano, bravissima attrice molto generosa. Non si tratta tuttavia di una cadenza che porta molto calore, sarebbe stato più facile usare una tonalità eroica, bassa e coinvolgente.una lingua che ti mette al tuo posto, senza calore immediato. Si sposava anche con una sceneggiatura senza una scena madre fera e propria,
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