Secondo la ricerca ‘Spreco e fame”, pubblicata dal centro studi Divulga, ogni anno in Italia vengono sprecati 8,65 milioni di tonnellate di cibo. Ecco i dati e le possibili soluzioni
A dare una definizione precisa di cosa si intenda per spreco di cibo ci ha pensato l’Unione europea. Nella direttiva 2018/851 dell’Ue si legge che nel concetto di “. Per alimento, quindi, si intendono anche le parti non commestibili che non sono state separate da quelle commestibili nel corso della produzione, come ad esempio le ossa attaccate alla carne.
. Si tratta di oltre 1,6 miliardi di tonnellate, a fronte delle 5,3 disponibili. Si stima che, salvando appena un quarto del cibo che diventa rifiuto alimentare, si potrebbe riuscire a nutrire a sufficienza coloro che soffrono la fame: 828 milioni di persone . Nell’Unione europea, invece, ogni anno vengono sprecati circa 59 milioni di tonnellate di cibo.
ha semplificato le normative in materia di recupero alimentare. Inoltre, attraverso agevolazioni fiscali, ha incentivato aziende, Gdo, esercizi commerciali e ristoratori a donare il cibo in eccesso, consentendo a tutti gli enti no-profit di beneficiare degli alimenti per sostenere le persone bisognose. Già nel 2017, primo anno di entrata in vigore della legge, le donazioni di cibo alle onlus sono aumentate del +21%.
secondo l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale , le filiere corte e locali sono in grado di abbattere i livelli di scarti e sprechi tra 5 e 9 volte
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