Il ministero dell’interno libico ha confermato la morte di cinque migranti vicino alla frontiera con la Tunisia, dove sono stati deportati in centinaia dalle autorità tunisine che li perseguitano da mesi. L’Afp ha raccolto le loro richieste di aiuto.
Decine di migranti subsahariani hanno lanciato appelli per essere soccorsi in una zona del deserto tra la Libia e la Tunisia dove da alcune settimane le autorità tunisine li hanno deportati lasciandoli senza niente. “Stiamo morendo, stiamo morendo di minuto in minuto”, ha detto un uomo nigeriano di 43 che ha voluto essere indicato solo con il suo nome, George. “Per favore, vi imploro, portateci via da qui, venite e salvateci da questo posto”.
“Non sappiamo dove ci troviamo. Siamo senza cibo e senza acqua”, ha continuato George parlando da dietro le reti e il filo spinato che delimitano un campo per migranti a 30 metri dal posto di frontiera di Ras Jedir, sulla costa. L’uomo ha detto di aver lavorato come barbiere per un anno a mezzo nella città tunisina di Sfax, dove ha lasciato la moglie con un figlio piccolo: “La polizia tunisina ci ha puntato contro le armi e ha detto che siamo terroristi”.
All’inizio di luglio, centinaia di migranti dell’Africa subsahariana sono stati deportati da Sfax in seguito as attacchi razzisti compiuti contro di loro in seguito alla morte di un tunisinoNel suo punto punto più vicino all’Italia, nei pressi di Sfax, la Tunisia dista solo 130 chilometri via mare dall’isola di Lampedusa, e dalle sue coste partono decine di migranti e profughi che cercano di arrivare in Europa affrontando pericolosi traversate su imbarcazioni di fortuna.
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